I Gauli, i quali imaginavansi che più che si trovavano in un Cantone Druidi, più l'abbondanza e la fertilità del terreno erano grandi, avevano per essi una venerazion senza limiti: così i Druidi riunivano tutte le qualità proprie ad attirarsi il rispetto d'un Popolo ignorante e feroce. Erano gli arbitri della Religione e delle Leggi, soli depositari delle Arti e delle Scienze, che ravvolgevano in tenebre misteriose, ed esercitavano soli la Magistratura e al loro culto empio e crudele univano delle spaventevoli cerimonie. Immolavono a' loro Dei creature umane; e quando per questi odiosi sacrifizj mancava lor dei colpevoli, scannavano degl'innocenti.
Sebbene alcuni abbiano opinato, ch'era d'uopo fare una distinzione tra i Druidi e gl'Indovini, sembra certo però che altri Indovini non ci fossero che i Druidi. Non vi era niente di più crudele del cerimoniale, che osservavano nelle loro folli divinazioni: ferivano con un coltello il dorso d'un Uomo, di cui l'agitazione ed i moti servivano loro di regola. Plinio dà ai Druidi il nome di Magi; ma se meritarono questo nome, divennero in poco tempo come quelli dell'altre Nazioni, cioè Negromanti e gente dedita a certe pratiche, delle quali l'errore e la superstizione eran la base, e le impiegavano, come si è detto, nelle divinazioni, e nella medicina, che diventava in questo modo una branca della lor Religione. Vi erano altresì nelle Gallie e nelle Germanie le Druidesse o Druiadi, che facevano la professione d'indovinare, e sussisterono più lunga età dei Druidi.
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