Nel servizio militare quelli, che erano onorati della Falera, ne portavano in piccolo all'elmo, dimodochè scendeva la forma di mezza Luna al disotto dell'elmo medesimo dalla parte delle orecchie, o una sola parte pendeva sulla fronte parimente in forma di mezza Luna. La Falera, di cui l'uso passò dagli Etruschi ai Romani fino dal tempo dei loro Re, si mantenne senz'alterazione veruna fino al tempo degl'Imperatori. Siccome era stata sempre composta d'oro ed ornata di pietre preziose, di perle, o almeno di qualche materia splendente, si diede il nome in generale di Falera a tutto quello, che poteva servire a dare qualche vivezza ad un ornamento qualunque degli uomini, ed anche ai finimenti nobili dei cavalli.
Pare altresì che le Falere, le quali portavansi sulla testa, subissero de' cangiamenti in processo di tempo, e che non si ritenesse se non il sol nome per denotare una riunione di pietre preziose disposte d'avanti all'elmo in modo da dargli la forma di qualche pezzo, arnese, o mobile di armatura. E siccome la sua configurazione era per lo più quella d'un piccolo Scudo, ciò ha fatto credere ad alcuni che gli Scudi stessi fossero stati posti qualche volta nel numero delle Falere. Ma in un Saggio su tale argomento inserito nel Giornale di Yverdun nel Maggio 1763. è stato provato che la Falera degli Antichi non poteva essere uno Scudo, e ancor meno Arnese da bardare i cavalli.
FALLOFORI. Così chiamavansi in Sicione alcuni Mimi, che correvano per le strade imbrattati di nero e vestiti di pelli di pecora, portando certi canestri pieni di varie erbe, come cerfoglio, branca-orsina, ellera, ec.
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