Quindi tutto questo si copriva di lastre di piombo; e su tale ultimo stato si stendeva la terra pel nuovo Giardino. Queste piattaforme o terrazze scoperte erano così costruite affinchè l'umidità attraverso della terra non si filtrasse penetrando a basso, e non passasse poscia a traverso ancor delle Volte. La terra, che vi si portava a mano, era in tal quantità che gli alberi i più grandi potevano senza difficoltà nessuna attaccarsi e stendervi le profonde loro radici. Perciò tutte le terrazze n'erano piene, e vi si vedevano pure tutte le sorte di piante e di fiori atti ad abbellire un luogo di delizia e piacere.
Sulla terrazza più alta eravi in oltre situata una tromba (che non appariva al di fuori), per mezzo della quale si tirava su l'acqua dal fiume e se n'irrigava tutto il Giardino. Lo spazio, che separava le Volte, sulle quali tutto l'Edificio era appoggiato, serviva a ricavarne ampie e magnifiche sale, che erano moltissimo illumnate, e godevano d'amenissima prospettiva.
GIAVELLOTTO, Dardo. Vi erano due specie di Giavellotti. La prima, che dai Romani chiamavasi hasta o telum, e si può tradurre per chiaverina, era una sorte di dardo molto simile ad una freccia, di cui il legno aveva ordinariamente tre piedi di lunghezza ed un dito di grossezza; la punta di ferro era lunga quattro dita, e sì assottigliata che al primo colpo guastavasi; dimodochè i nemici non potevan servirsene per ritorcerlo o rimandarlo. I soldati armati alla leggiera l'usavano. Tenevano dal lato diritto diversi Giavellotti, che all'occasione lanciavan da lungi; ma quando occorreva venire alle mani, gli passavano al lato sinistro, per potersi liberamente servir della spada.
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