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      I condannati ad gladium dovevano essere messi a morte. Quelli soltanto condannati ad ludum potevano essere rilasciati in libertà dopo d'un certo tempo. Si levavano pure i Gladiatori da prigionieri di Guerra, che dasse un Generale, o che venisser comprati. In progresso di tempo alcuni uomini liberi, sia per guadagnar del denaro, sia per la passione di battersi, ed anche le persone della prima condizione per compiacere agl'Imperatori, ebbero la bassezza di scendere nell'Arena, e di farvi il mestiere del Gladiatore; ma ciò che più sorprende si è, che fin delle Donne ebbero questo furore. Tal fanatismo giunse fino al segno di voler vedere dei Nani battersi gli uni contro degli altri nell'Anfiteatro, ove davansi per lo più sì fatti Spettacoli. Per altro tutti coloro, che a questa indegnità s'abbassarono, furono sempre riguardati come se fossero infami.
      Allorchè era giunto il giorno indicato per lo Spettacolo si accoppiavano i Combattenti, e si mettevano insieme coloro, che presso a poco erano di pari forza ed abilità. Dopo di ciò si visitavano le loro spade, e bisognava che fossero approvate da quello, che dava tale Spettacolo. Osservava egli se la punta non era smussata. I Combattenti cominciavano a prepararsi, battendosi colle spade di legno, e vibrandosi a vicenda piccoli dardi l'uno contro dell'altro con molta destrezza; lo che propriamente dicevasi ventilare. In seguito la tromba dava il segnale, e tosto si veniva alle armi micidiali; e questo passaggio dicevasi versis gladis pugnare.


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Dizionario compendiato di antichità
di Etienne Jean Monchablon
Firenze dai torchi di Gio. Marenigh
1821-1822 pagine 560

   





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