Egli al contrario invocò quel Dio, che non conosceva fin'allora che imperfettamente, e in un modo confuso, pregandolo di manifestarsi a lui, ed a dichiararsi suo Protettore. Dio esaudì la di lui preghiera, che partiva da un cuore sincero; e per una bontà, che non aveva Costantino solo per iscopo, ma l'effetto della quale dovevasi estendere a tutta la Chiesa Cristiana, gli accordò un segnalato prodigio, che, al dire di Eusebio, sarebbe difficile a credere se non fosse pienamente comprovato, poichè gli fu narrato dall'Imperatore istesso, che gliene attestò la verità con suo giuramento.
Essendo in cammino colla sua Armata dopo mezzogiorno allorchè il Sole cominciava a declinare, Costantino vidde nel Cielo al disopra del Sole la figura d'una Croce luminosa, che aveva questa iscrizione: In hoc signo vinces. La di lui Armata fu testimone come esso di tal portentoso fenomeno, che colpì tutti gli a spettatori colla più gran maraviglia. Quantunque Costantino vivesse in mezzo ai Cristiani, benchè dimostrasse molta deferenza per essi, ciò non ostante aveva nozioni sì tenui sul Cristianesimo, che non intese cosa significasse quella Croce. Bisognò che ne fosse ìlluminato in un sogno. Nella notte GESÙ CRISTO gli comparve colla sua Croce, e gli comandò di farne rappresenttare una simile a quella, che vedeva, e di servirsene ne' combattimenti come di una sicura difesa contro di tutti i suoi nemici. Costantino obbedì. Appena svegliato diede ordine di far venir degli artefici, a' quali comunicò l'imagine, che gli era rimasta impressa nella memoria; la fece ad essi disegnare, ed impose loro che fosse eseguita con tutta la magnificenza l'imagine di quella Croce.
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