Mario, che doveva il suo inalzamento a costoro plebei, gli credè proprj a secondar le sue mire, e messe lor le armi in mano; e così la milizia Legionaria diventò sediziosa, avida di uccisioni e di rapina come si vidde nell'orribili proscrizioni, che successivamente ebber luogo. Non si vede per altro che questo avvilimento delle Legioni avesse punto diminuito in loro il coraggio; ma sotto Augusto, che stabilì una permanente milizia, lo spirito militare cominciò tra' Romani ad indebolirsi. Le Legioni divennero sedentarie nelle diverse Provincie, e ciascuno si riguardò come un Corpo rispetto agli altri straniero. La disciplina si snervò, e si viddero in seguito i Soldati creare e destituire gl'imperatori, e portar l'insolenza fino al punto di mettere come all'incanto la prima dignità dell'Impero.
Caracalla terminò di deprimere le Legioni dando a tutti i sudditi dell'impero il diritto e le prerogative di Cittadini Romani.
Fin d'allora svanì l'amore di Patria, e più non s'ebbe quella ereditaria emulazione, che aveva operato prodigj sì grandi. Tutti gli Stranieri, che si erano arruolati, riguardavano colla massima indifferenza la gloria e gl'interessi di Roma. I Barbari medesimi vi furono ammessi in seguito sotto Claudio il Gotico. Costantino non ebbe maggiore delicatezza. Fui egli sì debole che si lasciò sedurre da' segni di rispetto, che quelli gli dimostravano, e giunse al segno di colmarli di benefizj, e d'inalzarli all'onor degli impieghi. Il male non fece che crescere, e divenne incurabile per la mal'intesa politica de' di lui Successori, i quali incorsero negli errori medesimi.
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