LIBERTI, e Libertini. Gli Schiavi venivano messi in libertà per mezzo della manumissione, la quale era regolare e compiuta (manumissio justa) allorchè essi ricevevano nella sua integrità il diritto di Cittadini. Era la manumissione incompleta quando in vigore della Legge Julia Norbana essi divenivano soltanto Latini Juniani, a cui erano anche inferiori di grado quelli, che per mezzo della Legge Aelia Sentia si chiamavano Liberti dedititii. E questi ultimi eran coloro, i quali per qualche delitto erano stati ignominiosamente bollati, o avevan sofferto qualche pena infamante.
La manumissione regolare e compiuta facevasi in tre maniere, cioè o per mezzo del Censo, quando uno schiavo dietro la volontà del suo padrone era messo dai Censori sul Registro, nel numero dei Cittadini, o per mezzo della Bacchetta (Vindicta) allorchè lo schiavo, ed il suo padrone andavano a trovare il Pretore. Il Padrone diceva: Io chiedo che quest'uomo sia libero come gli altri Romani. Se il Pretore vi acconsentiva, lo toccava, od ordinava a un Littore di toccare con una piccola bacchetta la testa dello Schiavo dicendo: Io dichiaro che quest'uomo è libero come gli altri Romani. Dopo di ciò il Padrone medesimo avendoli dato uno schiaffo lo prendea per un braccio, per le spalle, o in altra guisa lo faceva voltare con forza da tutte le parti, e quindi lo lasciava bruscamente onde farli conoscere, che era in libertà di andare dove voleva. Finalmente il terzo modo di manomissione era in virtù di Testamento.
La manomissione irregolare, e incompleta si effettuava in presenza degli amici del padrone o facendo mettere a tavola quello, cui voleva rendere la libertà, o scrivendogli indirizzata una lettera.
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