Gli Schiavi, che si mettevano in libertà, si facevano rader la testa, e ricevevano un certo berretto, Pileus, che era il segnale d'esser divenuti liberi. Allora prendevano il nome, ed il casato del loro Padrone, e vi aggiungevano per soprannome quello, che avevano avanti della loro liberazione. Così quando Cicerone rese libero il suo schiavo Tirone, questo si chiamò Marcus Tullius Tiro.
Il manomesso si chiamava Libertus, per rapporto al suo Padrone, e Libertinus a riguardo d'ogni altro: ma più in generale un Servo renduto libero era propriamente quello, che si chiamava Libertus, ed il figlio di esso Libertinus, il nipote Ingenuus; titolo, che restava poi al pronipote, ed a tutta la sua intera posterità. (V. Manumissione).
LIBITINARJ. Erano in Roma una specie di Mercatanti, i quali vendevano tutto il necessario pe' i Funerali.
LIBRIPENS. Avanti che fosse inventata la moneta, allorchè nel commercio gli uomini si servivano di metalli, fosse rame argento, od oro si davano e si ricevevano a peso. I Romani non si servirono per lungo tempo che del rame in verghe, e ciascuna verga, che chiamavano As, era del peso d'una Libbra Romana; dimodochè ne' pagamenti si pesava più di quello che si contasse, o per dir meglio si pesava andantemente, mentre i Romani dicevano pesar per pagare. Quello, che teneva la Bilancia per pesare, dicevasi Libripens (V. Mancipazione, Libbra Romana).
LIBRI SIBILLINI. Questi Libri furono così chiamati perchè contenevano le predizioni delle Sibille. Erano affidati in Roma alla custodia di un Collegio speciale di Sacerdoti o Uffiziali detti Quindecemviri.
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