Un Libro dell'Eneide formava un rotolo; un Libro di una Deca di Tito Livio formavane un altro. Non si scriveva che da una parte, che si diceva perciò summus Liber; e questa parte tutta intera tanto per la larghezza quanto per la lunghezza d'alto in basso dicevasi margo, che non significa niente affatto un margine come si osserva nei nostri Libri. La parte opposta a quella, ove si scriveva, appellavasi tergum Libri, in questa si scriveva così poco e così poche volte che Giovenale, per criticare l'eccessiva prolissità di un cattivo Poeta, dice che dopo aver pieno di versi d'un Dramma tutta l'estension della parte, su cui si soleva scrivere summi pleno jam margine Libri, n'aveva messi fino sul tergum dove non si scriveva, senza però averlo ancora finito, Scriptus est in tergo nec dum finitus Orestes. Tale era la forma generale dei Libri presso gli Antichi fino ai primi secoli dell'Era Cristiana, avanti i quali si trovano appena alcuni abbozzi d'un'altra forma, che abbia rapporto a quella dei nostri tempi.
LICEE. Feste Greche in onore di Giove Olimpio. Immolavasi un Uomo.
LICEJE. Feste, che si celebravano in Argo ad onore di Apollo.
LICEO. Locale in Atene ornato di portici e di giardini, ove Aristotele dava Lezione ai suoi discepoli, che furono detti Peripatetici; denomimazione presa da una parola Greca. che significa passeggiare (deambulare), perchè istruivali passeggiando.
LICHAS. Misura lineare presso i Greci. Era di dieci dita, o di due palmi e mezzo.
LIGULA (V. Cochlear).
LIMENARCHI. Avevano tal denominazione coloro, che ne' Municipii Romani erano incaricati della vigilanza e custodia dei parti, come lo sono forse oggi tra noi i così detti Curatori al Ventre pregnante.
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