Ogni porzione di ciascuno di questi metalli stimavasi a peso effettivo, e non sul valore nominale o arbitrario, che potesse esser dato; ma siccome vi s'introdussero frodi sì per il peso sì per la qualità della materia, intervenne la pubblica autorità per istabilire la sicurezza del Commercio, ed impresse in questi metalli alcuni segni legittimi per distinguerli e autorizzarli. La prima Moneta dei Greci portava l'impronta d'un Bove. Il motivo di questa scelta era probabilmente perchè i Greci, prima che si fossero introdotti i metalli in commercio, si servivano di bovi come della mercanzia la più cara per dare il prezzo agli altri effetti vendibili o permutabili. Sembra che Omero abbia indicate queste antiche specie di permute nei luoghi ov'egli stima il prezzo di qualche cosa con un certo numero di bovi. In seguito i Greci messero sulle loro Monete figure simboliche ed enimmatiche, che a ciascuna Provincia erano particolari. Gli Uomini di Delfo vi effigievano un Delfino; gli Ateniesi l'uccello della loro Minerva, cioè la Civetta, segno della vigilanza anche in tempo di notte, i Beozj un Bacco con un grappolo d'uva, ed una gran tazza per denotare l'abbondanza e le delizie del lor territorio; i Macedoni uno Scudo per notare la forza e bravura della loro milizia; i Rodiani il Disco del Sole, a cui avevano dedicato il famoso loro Colosso. In fine ogni Magistrato esprimeva ordinariamente nella propria moneta la gloria della sua Provincia, o i vantaggi della sua Città; ed in tal modo queste differenti impronte erano come tante Arme o Stemmi parlanti.
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