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      S'imbrattavano gli assistenti il viso di sangue o di qualche altra cosa consimile come il sugo di more, ec. Finalmente tutto degenerò in mascherate, in corse insensate, e in furore: facevano a chi più dava in pazzie. Invece di portare una pelle di montone, o di capra, si credè meglio vestirsi da capra o da tigre; mettersi in testa le corna d'un capriolo o di un giovine cervo; altri si coprivano il volto con una scorZa d'albero io modo da imitare il naso schiacciato e le orecchie appuntate del capretto e del montone, senza trascurare gli altri ornamenti adattati a sì fatta figura. Si sceglieva un giovinotto robusto e ben nutrito per rappresentare il personaggio di Bacco, e mettevasi sopra un carro; ed a fine di rendere meravigliosa la scena, le supposte tigri tiravano il carro, mentre che i montoni e le capre sgambettavano intorno a guisa di Satiri e Fauni. Quei che seguivano ed accompagnavano il carro di Bacco, diceansi Baccanti, cioè a dire Piagnoni, perchè la Festa cominciava con dei rammarichi, e dei lamenti. Le donne, che portavano piccole cassette o canestri, ovvero un tirso o una torcia di legno resinoso, avevano il nomi di Menadi, Tiadi, e Bassariti. Si dava all'une il nome di Menadi da una parola Greca, che significa furore, a motivo delle loro attitu-dini, e stravaganze; quello di Tiadi vale a dir vagabonde, perchè andavano sparse come altrettante cacciatrici sulle montagne; finalmente quello di Bassariti o Bassaridi o Vendemmiatrici, perchè queste Feste aveaN luogo perlopiù dopo la vendemmia.


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Dizionario compendiato di antichità
di Etienne Jean Monchablon
Firenze dai torchi di Gio. Marenigh
1821-1822 pagine 560

   





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