PATRIZI. Oltre alla divisione del Popolo Romano in Tribù, Centurie, ec., eravene la piè generale in due Classi, una delle quali comprendeva i Patrizi, cioè tali che fra noi sono adesso le persone qualificate, perchè traevano la loro origine dalle più antiche Famiglie. Però si pongon tra noi anco in questa medesima classe qualche volta i Nobili in generale, che confondere non si dovrebbero co' Patrizj. Per essere annoverato tra' Nobili veramente Patrizj era d'uopo avere esercitato qualche carica Curule, o fosse questa stata occupata da' proprj Antenati. Questa Nobiltà speciale dava il diritto delle imagini (jus imaginum), diritto, di cui tutti i Nobili non godevano. Il rimanente del Popolo formava l'altra più numerosa classe detta de' Plebei. Romolo avea stabilita una sì felice armonia tra gli uni e gli altri, che sino a tanto che sussistè fu cagione della felicità, della forza, del potere, e della gloria di tutti i Romani. Per tema che la differenza delle condizioni non alterasse l'unione, alle Società Civili cotanto necessaria, unì e vincolò questi due Ordini con legami di reciproca dipendenza(9) ponendo i Piccoli sotto la protezione dei Grandi colla intera libertà della scelta dei lor Protettori. Il dovere del Protettore consisteva nel consigliare i suoi Clienti, di renderli dall'oppressione, ed invigilare sul buon andamento de' loro domestici affari, in fine nel procurar loro quella tranquillità e contentezza, che da lui potesse dipendere. I Plebei dal canto loro dovevano nelle occasioni soccorrere quelli da essi scelti per Protettori, pagare il riscatto dei loro figli fatti prigionieri di guerra, e sovvenire alle spese inseparabili dagl'impieghi, e dalle dignità di quei Protettori medesimi.
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