Da ciò provenne la somma venerazione, che l'Antichità tutta professava per i Poeti, i quali credevansi uomini inspirati, e si spacciavano loro medesimi come tali. Il Paganesimo non aveva altri Teologi che i Poeti, e sovente le Pitie, le Sibille, ed i Sacerdoti proferivano i loro Oracoli in versi. Se per lungo tempo i Poeti furono i soli Teologi, altresì furono i primi Istorici. Non vi erano avvenimenti un poco importanti, per cui non componesser degl'Inni, o a fine di domandar d'essere liberati delle calamità, che affliggevano i Popoli o che si temevano, o all'effetto di ringraziare gli Dei a motivo di qualche felice successo. Si cantavan quest'Inni negli Atti di Religione, pe'l convincimento interno che sempre si è conservato, ancor nelle tenebre della Idolatria, d'esservi una Sovrana Provvidenza, la quale dispone di tutto. Perciò in tal guisa coll'ajuto de' versi ritenevansi a mente i sommi Principi della Morale insieme coi Fatti più insigni, ed i padri gl'insegnavano ai figli; di modo che nei primi tempi i soli Annali degl'Imperj erano i Componimenti poetici (V. Ballo, Musica, Coro, Scultura).
POLEMARCA. In Atene ere quello, che aveva il comando generale di tutte le truppe della Repubblica (V. Arconte).
POLIEIE. Feste Greche in onore di Apollo.
POLIGAMIA. Era permessa in Egitto ad eccezione dei Sacerdoti, i quali non potevano aver che una moglie. Era comune presso gli Ebrei, e gli Orientali la Poligamia simultanea come lo è adesso, sebben raramente, tra i primi.
POLLI sacri (V. Augurj).
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