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      Questi portavano una veste dipinta a diversi colori con una gran piastra di rame sul petto. Avevano nella man destra una picca, e dalla sinistra uno dei sacri scudi, ed in capo portavano una specie particolar di berretto. Seguivano essi il lor Capo detto Magister Saliorum o Praesul, il quale procedendo alla testa cominciava la danza, di cui gli altri imitavano i passi, l'atteggiamento ed il moto. Ve n'erano altri tra loro, che presedevano al canto dei Versi, ad appellavansi Vates. La cerimonia si terminava in Conviti, che erano passati in proverbio per significare Conviti delicati, e suntuosi (Saliares Epulae, Saliares dapes). Gl'istessi Salieni erano altresì conosciuti sotto nome di Palatini perchè facevano i lor Sacrifizj sul Monte Palatino, e per distinguerli da quelli detti Collini istituiti Tullio Ostilio. Questi ultimi avevano una specie di Tempio sul Monte Quirinale, lo che fece dar loro il nome di Quirinali. Generalmente chiamavansi Agonali, ed ancora Salii e Salisubsuli tutti coloro, che cantavano e danzavano al suon del flauto come si praticava nei Sagrifizj in onore di Ercole.
      Eranvi pure alcune Vergini Saliarie, che si pagavano per unirle ai Salieni. Si vestivan d'un abito da guerra detto Paludamentum, con certi berretti elevati come i Salieni, e facevano a pari di essi i Sacrifizj sul Monte medesimo Palatino.
      SALISUBSULI (Vedansi Salieni).
      SALTAZIONE. Arte presso i Romani, la quale avea per oggetto non solamente di formare attitudini e movimenti, che servivano ad acquistare una certa grazia e sveltezza, o ad apprendere certe danze artificiali accompagnate da salti, ma a regolare ancora il gesto tanto degli Attori da Teatro, quanto degli Oratori, e per fino ad insegnare una maniera mimica di gestire, che si faceva intendere senza il soccorso della parola (V. Danza, Gesto, Pantomima).


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Dizionario compendiato di antichità
di Etienne Jean Monchablon
Firenze dai torchi di Gio. Marenigh
1821-1822 pagine 560

   





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