Cị che si sa di certo si è che tramandava un suono forte e armonioso: Scabillorum concrepationes sonorae, si dice da Arnobio. Per tal motivo se ne faceva uso speciale in Teatro, ed in particolar modo nei gran Cori sopra la Scena. Siccome nel modo di suonarlo adopravansi molto i piedi, alcuni han creduto di potersene fare un'idea imaginandolo presso a poco simile ad una tastiera d'Organo; idea, che sembra una conseguenza di quel che scrive S. Agostino: Cum a Symphoniacis Scabella et Cymbala pedibus feriantur, certis quidem numeris, etc. De Musica Lib 3. Cap. I.
SCALARIA. I Romani davan tal nome agli spazi, che separavano i coś detti angoli dell'Anfiteatro, dai quali spazi passavasi per andare a prender posto su i differenti gradini, ciascuno secondo il rango suo proprio.
SCAMMA. Aveva questa denominazione quel posto, dove combattevano nello Stadio gli Atleti (Ved. Stadio).
SCENA. Chiamavasi in tal guisa la parte del Teatro degli Antichi, che era occupata da tutti gli Attori chiunque si fossero, Comici, Ballerini, Mimi, ec. Il luogo della Scena era vastissimo, e comprendeva il Parascenium o Scena propriamente detta, il Proscenium, il Pulpitum, e l'Orchestra. Il Parascenium era l'interno della Scena, ove gli Attori vestivansi, ove si ritiravano, e di dove uscivano a misura che lo esigeva la loro parte. Questo luogo, che propriamente dicevasi Scena, era sempre nascosto, e doveva esserlo sempre agli spettatori. Il Proscenium consisteva in un grande spazio destinato tutto intero allo Spettacolo, vale a dire alle Decorazioni ed agli Attori.
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