SCHIAVI. Ve n'erano di tre specie. Quelli, che si prendevano in guerra, e che a Roma chiamavansi Mancipia, come chi dicesse preso fortemente colle mani; quelli, che erano nati di Padri e Madri schiave, o di Madri soltanto, che venivano detti Vernae o Vernaculi; finalmente quelli, che si compravano o dai Mercanti che ne facevano traffico, o dai Briganti che rapivano gli uomini in un Paese e li vendevano in altro, o quei Figli ancora, che a vergogna dell'umanità eran venduti dai loro Padri medesimi. Vi era eziandio un'altra sorte di Schiavi, cioè i Debitori, che divenuti insolventi venivan forzati di passare al servaggio e sotto l'assoluto potere dei lor Creditori, che li tenevano come Schiavi a loro spettanti, oppur gli vendevano. Per quanto ributtante ed opposta all'ordine naturale sia la condizione di Schiavo, se ne trovano tuttavia degli esempj nell'Antichità più remota. Ne' primi tempi valeva il Diritto del più forte: diritto barbaro ed inumano di assoggettarsi il più debole come Schiavo, e di venderlo come si vende e come si tratta un Bove o un Cavallo. Il lume dell'Evangelio ha purgate tutte le Società Cristiane di questo obbrobrio dell'umana natura, ma soltanto in Europa; avvegnachè nelle altre parti del Mondo sussista sempre con altrettanta e forse con maggior crudeltà ed ingiustizia de' tempi andati. Il numero degli Schiavi, che talvolta si trovavano in poter, d'un sol uomo, era eccessivo; ed anticamente si aveva per segno di grandezza e potenza. È cosa incredibile quando si legge il gran numero che n'avevano i ricchi Romani; ed è ciò sì vero che gli distribuivano in più Classi, ed anche in differenti Decurie, dimodochè si potevano paragonare a un'Armata.
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