Quel Magistrato, che aveva adunato il Senato, immolava una Vittima davanti al luogo dell'Assemblea, e dopo aver preso gli Auspicj entrava nel Tempio. Allora quel medesimo Magistrato, o qualche altro che ne avesse il diritto, faceva il suo rapporto al Senato, e proponeva gli affari, su cui doveva esser deliberato. Talvolta, allorquando trattavasi di cosa importante, i Senatori prima d'opinare prestavano giuramento. Gli affari, di cui si faceva rapporto al Senato, eran tutti quelli che concernevano la Religione e l'Amministrazione della Repubblica; dimodochč questa augusta Assemblea era l'appoggio, il difensore, il conservatore, e il Consiglio perpetuo della Repubblica. (V. Padri Conscritti, Pedarii).
Il Senato d'Atene, Tribunal differente da quello dell'Areopago, era il Supremo Consiglio della Nazione, ove si discutevano gli affari tutti relativi al Governo. Fu in sul principio composto di 400. Senatori, ogni Centuria dei quali era tratta da ciascuna delle quattro Tribł Ateniesi. Il Popolo essendo stato in seguito diviso in dieci Tribł, non se ne presero pił che cinquanta per ogni Tribł; il che nientedimeno aumentņ di cento il numero dei Senatori, onde cosģ fu portato al numero di cinquecento. Affinchč questo numero non fosse mai imperfetto o incompleto, eranvi sempre parecchi Cittadini di ogni Tribł designati Senatori per riempire al momento il vuoto lasciato da quelli, che la morte rapiva, e che la loro cattiva condotta faceva sģ che esclusi venissero dal Senato. La sorte decideva del posto dei Senatori, che presedevano quasi tutti a vicenda.
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