Se ne vedono certe traccie presso i Greci e i Romani, benchè contassero specialmente i primi per decadi o diecine, ed i secondi per novene; ma tanto gli uni quanto gli altri avevano l'uso d'interrompere i lavori e di chiuder le Scuole ogni settimo giorno. In Roma antica era un dovere di andare in quel giorno settimo al Campidoglio per adorarvi Giove; e quest'uso si è particolarmente conservato in Egitto e in Assiria, e presso gli altri Popoli dell'Oriente ancor tra gl'Indiani, che hanno sempre diviso il tempo in Settimane o periodi ricorrenti di sette giorni. Grozio nel suo Trattato della verità della Religione Cristiana scrive che quest'uso sì generalmente diffuso è una tradizione preziosa della Creazione dell'Universo, come si legge ne' Libri Santi. "Cotesto sentimento difatto (dice l'Autore), il solo che sia vero, è stato pur quello dei Greci e degl'Italiani, i quali all'effetto di conservarne la rimembranza hanno fatto d'ogni settimo giorno un Giorno festivo, come ci fa sapere Gioseffo, Filone, Tibullo, San Clemente d'Alessandria, e Luciano. È stato egualmente il sentimento dei Celti e degli Indiani, come ce n'assicura la divisione del tempo in Settimane eseguita da loro". I Pagani avevano dato a ciascun giorno della Settimana il nome di un de' Pianeti. Il primo giorno era dies Solis; il secondo dies Lunae; il terzo dies Martis; il quarto dies Mercurii; il quinto dies Jovis; il sesto dies Veneris; il settimo dies Saturni. Molto spesso però chiamavan quest'ultimo il giorno del Sabbato, come gli Ebrei.
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