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      I Celti combattevano con larghe spade di ferro, piane, sottili, e di cattiva tempera; con esse colpivan di taglio, ma si piegavano così facilmente, che conveniva addirizzarle di continuo, e di volta in volta. I Romani per lo contrario si servivano di spade corte, e colpivan di punta; peraltro eglino non lasciavano di colpire ancora di taglio quando l'occasione si presentava; poichè le loro spade servivano a due usi diversi col taglio da ambe le parti, rinforzate alla guardia ed in tutta la lunghezza della lor lama. I Greci e i Romani, per quanto fosser guerrieri, non portavano mai la spada fuorchè ne' tempi di guerra.
      SPATO. Arme offensiva comune ai Gauli e Germani. Consisteva in una specie di sciabola o scimitarra, la cui guardia era fatta in modo che si poteva servirsene egualmente tanto da una quanto dall'altra mano.
      SPECCHI USTORJ. Pochi avvenimenti più celebri dell'assedio di Siracusa si trovano nell'antichità, dove Archimede coi soli artificj e compensi del proprio ingegno tenne sì lungo tempo a bada e in iscacco la Romana possanza, e ne sconcertò le misure: tra gli altri modi di difesa trovò, per quanto assicurasi, quello d'incendiare la Flotta Romana col mezzo degli Specchi ustorj, che egli stesso scoperse. Ciò viene accertato positivamente da Galiano, Dione, Zonara, ed alcuni altri: ma certi Autori d'una grande autorità, come sarebbero Diodoro Siculo, Polibio, e Tito Livio, convenendo del fatto dell'incendio de' Vascelli, non fanno menzione veruna di tali Specchi. Il silenzio degli ultimi su questa particolar circostanza favorisce il sentimento di quelli, che la tengono per favolosa; sentimento altronde fondato su i principj della Catottrica, mediante i quali se ne dimostra l'impossibilità indubitata coi Specchi sferici concavi a differenza dei poliedri.


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Dizionario compendiato di antichità
di Etienne Jean Monchablon
Firenze dai torchi di Gio. Marenigh
1821-1822 pagine 560

   





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