Pagina (488/560)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Gli Egiziani, per quanto si assevera dagli Antiquarj, furono i primi, che ebbero Tempj regolari e coperti. I Persiani, gli Sciti, ed alcuni altri Popoli Orientali non n'ebber giammai, ed assolutamente ne condannavano l'uso. Essi dicevano ch'era un avvilire la Maestà degli Dei il volerla rimchiudere negli stretti limiti d'un particolare Edifizio, essendo l'Universo intero il solo e vero Tempio degno della Divinità onnipossente. I Greci e i Romani furono fra tutti i Popoli quelli, che si segnalarono più, tanto pe'l numero, quante per la magnificenza dei loro Tempj. Quello di Diana in Efeso fu messo tra le Meraviglie del Mondo. Ve n'erano in prodigiosa copia sì ad Atene che a Roma. In quest'ultima Città fino a quattrocentoventi se ne contavano.
      I Tempj regolari e forniti di tutte le parti, di cui devono esser composti, erano una estensione grandissima, ed occupavano molto terreno. Davanti ai Tempj veramente compiuti eravi una gran Piazza detta Area, circondata da Botteghe, ove vendevansi le cose necessarie pe'i Sacrifizj, le offerte, e le libazioni. Dall'Area si passava nell'Atrium, che era una specie di Cortile circoscritto da Portici; e qui era il luogo, dove secondo il solito s'immolavan le vittime, e si facevano le purificazioni opportune. In seguito veniva il Vestibulo, da cui s'entrava nell'interno di quel fabbricato, che appellavasi Cella. Questa si divideva in più parti: la Basilica, che corrispondeva a ciò, che da noi chiamasi Nave o Navata; l'Adytum, cioè il Santuario del Tempio; la Tribuna, in cui si vedeva la Statua del Dio, al quale il Tempio era consacrato; il Sacrarium, che sembra essere stato il posto, dove si custodiva tutto ciò, che ai Sagrifizj ed alle altre Cerimonie religiose spettava; finalmente il Penetrale, luogo destinato ai Misteri più segreti, e perciò nel sito il più ritirato dell'interno del Tempio.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Dizionario compendiato di antichità
di Etienne Jean Monchablon
Firenze dai torchi di Gio. Marenigh
1821-1822 pagine 560

   





Egiziani Antiquarj Tempj Persiani Sciti Popoli Orientali Maestà Edifizio Universo Tempio Divinità Greci Romani Popoli Tempj Diana Efeso Meraviglie Mondo Atene Roma Città Tempj Tempj Piazza Area Botteghe Sacrifizj Area Atrium Cortile Portici Vestibulo Cella Basilica Nave Navata Adytum Santuario Tempio Tribuna Statua Dio Tempio Sacrarium Sagrifizj Cerimonie Penetrale Misteri Tempio