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      Siccome gli Antichi non cangiavano mode, i ricchi avevano sempre una gran copia di abiti in guardaroba o in riserva, e non erano giammai esposti ad attendere un abito nuovo o farselo fare in gran fretta. Si trovò nella guardaroba di Lucullo cinquemila clamidi, specie di abiti del suo tempo, onde si può giudicare da questo del rimanente. Era costumanza ordinaria il far regali di vestimenta, ed allora ne davan due paja affinchè si potessero all'occasione cangiare, onde pulirli e lavarli, come oggigiorno si fa delle nostre camicie.
      I drappi o panni erano la maggior parte di lana. In Egitto ed in Siria si portavano ancora panni di lino, di cotone, e di bisso, che era il più fine di tutti gli altri. Quest'ultimo drappo era una specie di seta d'un giallo dorato. In quanto alla nostra seta non era ancor conosciuta al tempo degl'Isdraeliti, e l'uso non è divenuto frequente al di quà dell'Indie se non se dopo i primi cinque secoli dell'Era Cristiana. La bellezza degli abiti consisteva nella finezza de' drappi, e nei loro colori. I più stimati di questi erano il bianco, la porpora rossa o violetta; ma sembra che il bianco fosse il colore più comune e gradito presso gl'Isdraeliti, come pure tra i Greci e i Romani. I giovani e le zittelle portavano abiti tessuti in varj colori. Gli ornamenti degli abiti erano frangie, contorni di porpora o di ricamo, con alcune borchie d'oro e di gemme nei soli luoghi ov'erano necessarie. La magnificenza consisteva piuttosto a cangiare spesso vestiti, e non portarne che decentissimi e di nulla mancanti.


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Dizionario compendiato di antichità
di Etienne Jean Monchablon
Firenze dai torchi di Gio. Marenigh
1821-1822 pagine 560

   





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