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      Nell'estremitā de Sisto, e immediatamente dopo il portico vi č l'appartamento detto dell'Orto: questo fa le mie delizie; sė le mie delizie; io stesso me l'ho fabbricato.
      Quivi il Solario, da una parte riguarda il sisto, da un'altra il mare, e da tutte e due riceve il sole: dalla parte, ove ha la porta, vede il cubicolo, e dalla parte che resta vede per la finestra il portico coperto.
      Dalla banda che č verso il mare, incontro appunto della metā del suo muro, si stā da parte con assai di garbo il Gabinetto, il quale col regolamento delle invetriate, e delle tende, quando distese, quando raccolte, ora si unisce al cubicolo, ora riman separato.
      Questo cubicolo č capace d'un letto, e di due sedie d'appoggio: da piedi gli resta il mare, alle spalle le ville, e da capo le selve: coll'aprire, o serrare altrettante finestre, quante son le facciate riguardanti detti luoghi, si fa sė che il cubicolo differisca, e confonda insieme le dette vedute.
      L'Alcova da dormirvi la notte č una parte dcl cubicolo; entro di essa Alcova non si odono nč le voci de' servi, nč il rumore del mare, nč lo strepito delle tempeste, nč si fa vedere il lumeggiare dei folgori, e nemmeno si puō capire quando sia giorno, se non aprendo le finestre.
      La cagione d'un tanto profondo silenzio, e d'un cosė nascosto ritiro si č che l'andito intermedio separa il muro del cubicolo da quello dell'orto, onde qual si sia rumore vien dissipato dentro quel vano.
      Attigua al cubicolo vi č una piccola stufa, la quale per mezzo della sua stretta finestrella, o comunica, o trattiene, secondo il bisogno, il sottoposto calore.


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Dizionario compendiato di antichitā
di Etienne Jean Monchablon
Firenze dai torchi di Gio. Marenigh
1821-1822 pagine 560

   





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