Ecco ciò che aveva rapporto al Popolo. Ma per il Sacerdote e per la sua propria istruzione portava in un luogo visibilissimo del Razionale e sul proprio cuore queste due parole Urim e Thummim, incise senza dubbio sopra due pietre, unite in modo al Razionale predetto che nessun nome delle Tribù nascondevano. La precisa descrizione del luogo, che quelle pietre occupavano, non è nella Bibbia indicato, ma non si può dubitare quando attentamente leggasi il XXVIII° Capitolo dell'Esodo e l'ottavo del Levitico, che esse non devon confondersi coll'altre pietre, le quali portavano incisa ciascuna il nome delle Tribù d'Isdraele.
URNA. Misura di liquidi tra' Romani. Conteneva circa quattordici pinte misura di Parigi.
USTRINA. Ustrina è il nome, che i Romani davano al luogo, dove nei Funerali i cadaveri si bruciavan sui rogo.
USURA. I Romani chiamavano Usura l'interesse del denaro, che prestavano, senza ripeterlo mai. Era tra loro un commercio come tra i Greci, che quantunque permesso non era meno ingiusto di per sè stesso, nè meno odioso ai Cittadini onorati. È uno strozzar l'uomo, diceva Catone, il prestargli ad usura. L'interesse il più comune era dell'uno per mese, ed in conseguenza il dodici per cento l'anno, in guisa che per poco che un Debitore si trovasse nell'impossibilità di pagare, i frutti si cumulavano in poco tempo; e ciò che portava al colmo l'ingiustizia si è che ordinariamente si esigeva l'anatocismo vale a dire il frutto de' frutti o il frutto e rifrutto. Si può vedere nell'Articolo Imprestiti con qual rigore i Greci e i Romani trattassero i lor Debitori.
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