In alcune pagine la guerra è presentata come cosa orribile da ripudiare a qualunque costo, in altre si additano le vie che menano alla vittoria.
L'autore a sua difesa dichiara che questo compendio non fu scritto tutto di seguito, in momenti tranquilli dopo la necessaria preparazione, bensì man mano che veniva pubblicato nella Vita Internazionale; quasi intermezzo fra altri lavori e altre cure. Circa le dissonanze, se vi sono, dirà a sua discolpa che son dovute a due sentimenti diversi, ma non contrari, che han sempre guidato l'autore: l'odio profondo del culto della guerra e dei suoi paladini, e l'amore non meno profondo della patria e dell'indipendenza di tutti i popoli.
Perchè le maggiori conquiste del passato si ottennero colle armi, e le nazioni ora in possesso della propria indipendenza sono sorte o risorte dalla guerra, si crede ancora da gente colta, e si insegna dalle cattedre, che guerre ci saranno sempre.
Nulla meglio della storia delle guerre e delle insurrezioni dell'ultimo secolo dimostra la falsità di questa dottrina.
Se perciò, invece d'un arido compendio, l'autore s'è indugiato su alcuni avvenimenti, fino a farne una non breve narrazione, i lettori vorranno assolverlo, quando considereranno che è questo il primo saggio storico, nel quale il racconto delle guerre sia accompagnato dalla narrazione degli sforzi fatti dagli uomini migliori, il cui numero va sempre aumentando nei paesi civili, per distruggerle nella loro radice, dimostrando di quanto sangue e di quante lagrime sono bagnati gli allori, che ne nascondono gli orrori e le miserie.
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Vita Internazionale
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