Le congiure, le agitazioni e le insurrezioni, che si succedettero a brevi intervalli dal 1815 al 1848, furono le proteste colle quali i popoli risposero all'assetto ingiusto e contro natura che i re e gli imperatori della Santa alleanza avevano dato all'Europa.
Arrivato alle insurrezioni e alle guerre italiche degli anni 1848 e 1849, il militante della pace ha ceduto sovente la penna al patriotta, che partecipò agli entusiasmi del periodo della preparazione e alle lotte ardimentose delle Cinque Giornate, e amico intimo di molti combattenti di Roma e di Venezia, serba in cuore di quegli anni i più vivi ricordi, sente ancora il fremito che tutti invadeva correndo alle battaglie, ricorda le sconfitte, che non prostrarono ma rinvigorirono il proposito di prepararsi a nuova più forte riscossa.
Ma narrando del coraggio e dell'intrepidezza dei combattenti, di cui parlano per altro tutti i libri di nostra storia contemporanea, non poteva dimenticare le molte leggende che intorno a quei moti furono create dall'amor proprio nazionale, e trovano credito tuttora anche fra gente colta; non poteva neppure dimenticare le cause principali degli avvenuti disastri, sulle quali in quei libri o si sorvola, o se ne parla in un senso del tutto contrario alla verità.
Ecco perchè l'autore ha dovuto diffondersi alquanto sulle insurrezioni e sulle guerre italiche del 1848 e del 1849 - come dovrà soffermarsi sulle guerre del 1859, del 1860 e del 1866, come quelle che furono seguite dai plebisciti, che costituirono giuridicamente la nuova Italia politica.
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