Pretesto a questo rifiuto erano le nuove annessioni, dell'isola d'Elba, del Piemonte e del Ducato di Parma alla Francia, contrarie allo spirito delle avvenute stipulazioni; erano inoltre le parole di minaccia che il primo Console aveva adoperato, in un suo discorso al Corpo legislativo, alludendo all'Inghilterra, e l'intenzione in quell'occasione da lui espressa di portare l'esercito a 500,000 uomini.
L'Inghilterra rispose a queste minaccie richiamando il suo ambasciatore, portando il suo esercito di terra a 180,000 uomini, aumentando la flotta, e mandando due fregate a catturare i vascelli mercantili nella rada di Aubierne.
Bonaparte, che non si aspettava di meglio, rispose a quest'atto di prepotenza dichiarando prigionieri di guerra tutti gli inglesi che si trovavano allora in Francia.
Infiammato dall'idea di distruggere la potenza britannica nel suo centro medesimo, Napoleone si dà a tutt'uomo a preparare una discesa armata in Inghilterra, facendo costruire una flottiglia di 2000 barche cannoniere, capaci di portare 150,000 soldati, 15,000 marinai, 10,000 cavalli e 400 cannoni. E, per non perder tempo, s'impadronisce dell'Annover, che apparteneva al re d'Inghilterra.
Poi, portando al colmo il suo disprezzo del diritto delle genti, compie il più odioso degli assassinii politici che la storia rammenta, facendo rapire da un suo distaccamento di dragoni il Duca di Enghien, ultimo rampollo dei principi di Condé, che viveva tranquillo nel territorio di Baden, e dopo un simulacro di processo, a cui mancano tutte le forme legali, lo fa fucilare nel fossato del castello di Vincennes.
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