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      Dopo Jena, Napoleone mosse contro i russi, e li battè a Eylau e a Friedland; soltanto in quest'ultima battaglia vi furono 40,000 fra morti e feriti, circa tre quarti dei quali erano russi. «Spettacolo questo da inspirare ai principi l'amore della pace e l'orrore della guerra!» Così scrisse Napoleone nel suo Bollettino, mentre in lettera mandata pochi dì dopo al fratello Giuseppe in Napoli, diceva che non si era mai sentito così bene come in quei giorni, tanto che ingrassava.
      A Tilsitt segna la pace con la Russia e con la Prussia, obbligandole a entrare nel blocco continentale, che aveva per iscopo di rovinare il commercio inglese, mentre i più danneggiati furono i popoli del continente, che dovettero pagare tre o quattro volte di più le derrate, che non potevano più comperare direttamente dall'Inghilterra.
      Ma lo spirito invadente di Napoleone non poteva trovar pace, e approfittando delle discordie sorte fra Carlo IV e Ferdinando VII, padre e figlio, di Spagna, dopo averli aizzati l'un contro l'altro, li accarezza, li illude, li chiama a Bajona, dove egli si trova, fingendo di voler essere fra essi il conciliatore, e quando sono a lui venuti, li fa entrambi prigionieri, e dà la corona di Spagna al fratello Giuseppe.
      L'atto iniquo di Bajona, che ricordava i tradimenti di Cesare Borgia, segnò il principio della rovina di Napoleone.
      Una nazione cavalleresca, indomita, fiera dei suoi diritti, che aveva fatto contro la dominazione dei mori una guerra di più secoli, non poteva lasciare impunito l'oltraggio che le era fatto.


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Le guerre le insurrezioni e la pace nel secolo decimo nono
Volume primo
di Ernesto Teodoro Moneta
Tipografia Popolare Milano
1903 pagine 338

   





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