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      Così nel ventennio delle guerre che seguirono alla rivoluzione francese soltanto agli scrittori invasati di spirito militarista e agli incensatori del novello Giove era data libertà di parola e di stampa. Tuttavia anche in quel periodo di compressione non mancarono coloro che ribellandosi allo spettacolo della violenza trionfante, e studiandone le cause, videro la possibilità e le ragioni delle future rivendicazioni umane.
      EMANUELE KANT.
      Il primo di questi veggenti fu Emanuele Kant, il gran filosofo di Könisberga.
      Il suo Saggio filosofico sulla pace perpetua fu pubblicato all'indomani della pace di Basilea (1795), ma fu probabilmente concepito dal grande pensatore nei giorni in cui la Rivoluzione francese destava anche fuori di Francia le più belle speranze; quando le monarchie assolute, in lotta contro la nazione francese, dovevano essere considerate come principale ostacolo all'affratellamento dei popoli, da quella rivoluzione preconizzato.
      Ciò spiega l'idea fondamentale del Saggio di Emanuele Kant.
      Il moralista filosofo diede al suo progetto la forma d'un protocollo, e la soluzione ch'egli propone è una federazione di popoli, che avrebbe una Camera legislativa, un Tribunale e un Consiglio esecutivo per le cose d'interesse generale, mentre ogni Stato sarebbe sovrano in casa propria.
      Federazione di popoli ordinati in repubblica e abolizione degli eserciti permanenti, sono i due capisaldi che, secondo il progetto di Emanuele Kant, assicureranno la pace del mondo; e sono le due idee che dopo i moti popolari del 1848, a mezzo secolo di distanza, trovarono i più caldi seguaci fra gli amici della pace.


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Le guerre le insurrezioni e la pace nel secolo decimo nono
Volume primo
di Ernesto Teodoro Moneta
Tipografia Popolare Milano
1903 pagine 338

   





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