Ma quando il Saggio sulla pace perpetua fu pubblicato, non ebbe che un interesse di curiosità in una ristretta cerchia di lettori, perchè da un lato i difensori dei vecchi privilegi e dall'altro i seguaci delle idee nuove non vedevano che nella fortuna delle armi il trionfo della propria causa. Nè posteriormente per lunga pezza quel progetto fu più ricordato. Era riservato ai nostri tempi l'onore e il dovere di rimettere in debita luce le due grandiose idee del filosofo tedesco, e ciò avvenne specialmente per opera di Carlo Lemonnier, il fondatore e presidente fin che visse della Lega della Pace e della Libertà, che di quelle due idee fece la base principale della sua propaganda.
GUGLIELMO CHANNING.
Le guerre continue di Napoleone, che coprivano di stragi i migliori campi d'Europa, e la passione delle armi da lui destata nel popolo francese, coll'esaltarne di continuo il valor guerriero, se impietrivano gli animi delle popolazioni europee, che di quelle guerre erano vittime, dovevano destare doloroso stupore e indignazione ad un tempo nel giovane popolo americano, che aveva conquistato colle armi la indipendenza, ma che, costretto a combattere, aveva veduto quanto vi è di atroce e di crudele in tutte le guerre, comprese quelle di legittima difesa.
E là questo sentimento di orrore e di avversione alla guerra, specialmente al culto delle glorie guerresche, trovò un eloquente interprete in Guglielmo Channing (nato nel 1780, morto nel 1842), uno degli uomini più puri, più nobili, più infervorati di amore dell'umanità che il mondo moderno abbia avuto.
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