Ristabilito l'assolutismo in Spagna, in Piemonte, nel Napoletano, già imperante in Austria e Germania, i sovrani della Santa Alleanza credettero di avere assicurata l'opera loro su basi incrollabili. Invece la resero più precaria di prima, perchè, perduta la speranza di una conciliazione fra il vecchio diritto divino dei re e quello dei popoli, questi, agitati dallo spirito di libertà, che non muore mai, dovettero d'allora in poi vedere nei governi dominanti colla forza, altrettanti nemici da debellare, non appena le circostanze l'avrebbero loro concesso.
Un contegno non meno improvvido e ancor più inumano, tennero le potenze europee, di fronte alla Grecia insorta contro l'impero turco.
Innumerevoli furono gli atti di valore e di sacrifici compiuti dai greci in quella loro lotta, che durò otto anni, per sottrarsi all'abborrito giogo. Preti, frati, monache, vecchi e donne, vi presero parte, preferendo la morte alla vita dello schiavo.
Una giovane bella e ricca, Modena Maurogenia, di Micone, avuto morto il padre, arma a sue spese un vascello, solleva l'Eubea e promette la sua mano al vincitore dei turchi.
Le arcadi sospendono alla Madre di Gesù le corone nuziali, dichiarandosi vedove, se la viltà dei mariti lascia la vittoria agli ottomani.
A Corinto, a Nauplia, alle Termopili, ad Argo Demetrio Ypsilanti, Marco Botzaris, Colocodroni fanno prodigi di valore; pochi brulotti di Canaris affrontano la flotta turca a Tenedo, sebbene difesa da inglesi e da austriaci, accorsi in difesa del turco.
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