Certo è che fin dai primi anni della Restaurazione, fra il partito di Corte, che metteva in prima linea il diritto della Corona, e quello costituzionale, che poneva come base il diritto della nazione, apparve un antagonismo, che presto o tardi doveva condurre ad aperta rottura.
Ma Luigi XVIII, uomo scaltro e temporeggiatore, aveva l'arte di non urtare di troppo contro i sentimenti della maggioranza, e di mutar rotta davanti a pericoli gravi; pur vedendo nella Carta un ostacolo all'esercizio della sua sovranità, preferiva ministri che la eludessero nello spirito, rispettandone la lettera.
Venuto al trono, dopo la sua morte, il fratello Carlo X, anche la lettera fu violata.
Le famose ordinanze del ministero Polignac - colle quali veniva sciolta la Camera appena eletta, perchè aveva il peccato originale di essere in maggioranza liberale; mutilato il già ristretto corpo elettorale e sottoposta la stampa all'arbitrio dei prefetti e del fisco, - furono il segnale di una lotta ad oltranza fra il partito costituzionale e la monarchia.
Durante il periodo elettorale, visto il successo favorevole ottenuto sullo spirito pubblico dalla presa d'Algeri, il ministero aveva fatto pratiche per un'alleanza colla Russia, sperando per essa di riprendere le frontiere del Reno, ma gli mancò il tempo di mandarle ad effetto,
Al primo annunzio delle ordinanze un grande fermento invade Parigi.
Thiers, Mignet, Leroux, Armand Carrel, Châtelain e altri, che salirono poi ad alta fama, rappresentanti di tutti i giornali parigini, pubblicano una vigorosa protesta contro le violate libertà.
| |
Restaurazione Corte Corona Luigi XVIII Carta Carlo X Polignac Camera Algeri Russia Reno Parigi Mignet Leroux Armand Carrel Châtelain
|