Tre volte fu mutato il generalissimo, ma l'uomo di genio mancò sempre.
Una prima battaglia, a Grochow, fra 100,000 russi e 45,000 polacchi, durata tre giorni, combattuta con estremo accanimento dalle due parti, finì colla ritirata dei polacchi. Questi avevano lasciato 5,000 morti sul campo, mentre i russi avevano avuto più di 10,000 fra morti e feriti.
Un mese dopo, l'esercito polacco respinse i russi nella foresta di Wawer, ma mentre ai russi giungevano sempre nuovi rinforzi, i generali polacchi non seppero neppure approfittare dei loro successi.
Per colmo di sventura la plebaglia di Varsavia, sobillata da politicanti malvagi, si sfogò in scene sanguinarie contro i nobili; ciò che non poteva certamente giovare ad accrescere simpatie alla causa polacca in Europa.
Ai primi di settembre l'esercito russo, riunito sotto il comando del generale Paskewic, vincitore nella recente spedizione contro la Persia, s'avvicinò alle mura di Varsavia, per darvi l'ultima battaglia.
Per passare la Vistola doveva il generale russo dividere il suo esercito in due. Solo gettandosi con forze compatte prima sull'uno, poi sull'altro, c'era pei polacchi possibilità di vittoria. Invece, chiusisi nella capitale, dopo vigorosi assalti dei russi ed un bombardamento di 300 bocche da fuoco, Varsavia dovette capitolare.
Era il 7 settembre, anniversario della vittoria riportata nel 1683 dai polacchi di Sobiewski sotto le mura di Vienna, che salvò l'Europa centrale dalla dominazione turca.
Crudele anniversario!
Da quel giorno l'indipendenza della Polonia non sarà più che una memoria e una speranza; e i più valorosi dei suoi figli, sparsi pel mondo, andranno a combattere in tutti i campi in cui vedranno alzarsi un vessillo di libertà, chiedendo invano all'Europa un po' di giustizia alla loro patria.
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