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      Gli sforzi fatti a questo scopo dall'ambasciatore francese a Roma non avendo dato alcun frutto, i neoguelfi italiani se ne prevalsero più tardi per mettere in mala vista la Francia, nella quale sempre vedevano la patria di Voltaire e la terra della rivoluzione.
     
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      Le avvenute sollevazioni e i governi effimeri che n'erano sorti, non avevano avuto altro effetto che di rincrudire la reazione - la quale non ebbe più ritegno nel dar dovunque la caccia alle idee e agli uomini liberali - e di mostrare nell'Austria la causa prima, visibile, della servitù italiana, e di questa il gendarme.
      Impediti di agire all'aperto, poichè anche in Piemonte fucilazioni e galere erano state prodigate per lievi manifestazioni di libertà, i patrioti si diedero alle congiure.
      Fra le società segrete, sorte in quel tempo, una prevalse, La Giovane Italia, concepita dalla mente idealista e maturata dal gran cuore di Giuseppe Mazzini. Colla sua parola ardente, immaginosa, inspirata d'un profeta, col suo richiamo ad alte idealità e al sentimento patriotico, fece in breve tempo molti proseliti fra gli esuli e nella gioventù della Liguria, del Piemonte e dell'Italia Centrale.
      Suo scopo: riunire in un sol corpo di nazione l'Italia tutta; perciò far guerra all'austriaco e a tutti gli altri governi che la tiranneggiavano; fondare sulle distrutte dominazioni un'unica repubblica, la quale, banditrice d'una nuova religione compendiata nel motto: Dio e popolo, sostituirebbe il papato nell'egemonia morale del mondo.


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Le guerre le insurrezioni e la pace nel secolo decimo nono
Volume primo
di Ernesto Teodoro Moneta
Tipografia Popolare Milano
1903 pagine 338

   





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