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      Fu lo spettacolo imponente di tutta Parigi assiepata sulle piazze e sulle vie che il corteo doveva percorrere; fu la vista dei più eminenti uomini del partito repubblicano che circondavano il carro funebre, e la sfilata dei combattenti del 1830, colla medaglia di luglio sul petto, i drappelli dei proscritti russi, polacchi, italiani, che seguivano il carro funebre colle bandiere abbrunate delle infelici loro patrie, e furono i discorsi pronunciati sulla salma del soldato patriota, che esaltarono alcune centinaia di studenti e di giovani ascritti alla società degli Amis du peuple, i quali con poche armi tentarono d'impadronirsi di tutta la città, difesa in quel momento da 24,000 uomini, che potevano essere rafforzati da altri 30,000 soldati, acquartierati nei dintorni di Parigi.
      Credevano che, come nel '30, gran parte di Parigi sarebbe insorta, ma una bandiera rossa ch'era stata veduta in mano a qualcuno degli insorti fece temere che si volesse far risorgere la Repubblica del 1793, e perciò la massa della popolazione rimase inerte.
      Nondimeno, supplendo con rara intrepidezza alla pochezza delle forze, coi fucili tolti ad un deposito d'armi, dopo tre ore di combattimento metà di Parigi era in mano degli insorti.
      Vi furono momenti in cui gli uomini del governo credettero la battaglia perduta; ma poi vedendo che nessun uomo autorevole era alla testa della insurrezione, e che gli insorgenti agivano senza un piano coordinato, presero coraggio, e sebbene Parigi non scarseggiasse di truppe, il maresciallo Soult chiamò rinforzi di linea e di artiglieria da Saint Denis, da Saint Cloud e da Vincennes.


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Le guerre le insurrezioni e la pace nel secolo decimo nono
Volume primo
di Ernesto Teodoro Moneta
Tipografia Popolare Milano
1903 pagine 338

   





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