Fu domata dopo quattro giorni di lotta micidiale e dopo vivissimo bombardamento.
Intorno al medesimo tempo, altre sommosse avvennero a Marsiglia, a Saint-Etienne, a Besançon, a Chalons, a Epinal e altrove.
Il fatto più grave fu quello di Luneville. Ivi i sott'ufficiali dei reggimenti dei corazzieri, ascritti segretamente ai Droits de l'homme, avevano fatto un complotto avente per iscopo di guadagnare alla causa della rivoluzione i loro tre reggimenti, e di marciare quindi con essi su Metz, Nancy e Parigi, colla speranza che altri reggimenti avrebbero seguito il loro esempio.
Scoperto il segreto, come quasi sempre avviene quando appartiene a molti, quei sott'ufficiali furono tutti arrestati, poi processati.
D'accordo cogli affigliati delle provincie, i capi della Società dei Droits de l'homme dovevano far scoppiare una nuova insurrezione in Parigi immediatamente all'indomani di quella di Lione.
Il governo, avutone sentore, fece arrestare in un sol giorno 150 fra i più noti membri di quella società. Benchè privati dei più ardimentosi, l'audace riscossa fu dai rimasti liberi tentata, ed ebbe quel risultato infelice ch'era facile prevedere. Essa finì con un episodio raccapricciante.
Una casa, di dove si credette per un momento che gli insorti avessero fatto fuoco sulla truppa, fu invasa da una squadra di soldati inferociti, e quanti là dentro si trovavano, vecchi, donne, fanciulli, malati, tutti furono massacrati.
Il barbaro eccidio, tanto più abbominevole in quanto che fu poi constatato che nessun insorto era penetrato in quella casa, nè alcun colpo di fuoco era di là partito, ebbe per immediato effetto di rivolgere contro il governo - capro espiatorio dovunque delle colpe dei suoi agenti - parte della odiosità, che in caso diverso si sarebbe tutta riversata sugli autori della sommossa.
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