Ma il più grave errore commesso dal governo di quel tempo, del quale membro influentissimo era il Thiers, fu di avere voluto sottrarre al giurì, come la legge richiedeva, il giudizio degli arrestati ed imputati di tutte le sommosse di quell'anno, per farli giudicare dalla Camera dei Pari, mutata in Alta Corte di Giustizia.
Erano nientemeno che 2000 gli arrestati per quei fatti; ma, o non potendo la sorveglianza essere completa, o grazie alla complicità di carcerieri e di birri, il fatto sta che la massima parte di quegli arrestati, e fra essi i più compromessi, riescì ad evadere, con grande soddisfazione di tutta la stampa radicale.
I rimasti in prigione non volendo riconoscere la competenza dei Pari a giudicarli, ricusarono di presentarsi all'udienza. Furono condannati quasi tutti a gravissime pene, che non furono naturalmente subìte per intero, perchè, trattandosi di reati politici, venne al primo mutamento di ministero l'immancabile amnistia.
I nuovi rigori contro la stampa, contro le associazioni clandestine e gli attruppamenti armati, impedirono il rinnovarsi di moti insurrezionali; ma allora cominciarono i processi di stampa e si fecero più frequenti i processi politici, che divennero, grazie alla eloquenza degli oratori della difesa e all'occasione che offrivano agli imputati di esporre le loro idee politiche, mezzi efficacissimi di propaganda repubblicana.
E cominciarono altresì gli attentati alla persona di Luigi Filippo - famosissimo quello di Fieschi, che lasciò illeso il re, ma fece più vittime intorno a lui - tanto che dovette rinunciare, come usava nei primi anni, a passeggiare da solo nelle vie, col suo ombrello sotto il braccio, come un buon borghese di provincia.
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