Vedremo nel seguito di questo sommario la riprova di questa verità.
Guerra intestina in Spagna
ASSOLUTISTI E COSTITUZIONALI.
L'esempio più istruttivo di quanti mali sieno cagione nella vita pubblica e privata la politica di conquista armata e il militarismo - il clericalismo, dove vi si aggiunge - l'offerse fino a questi ultimi tempi la Spagna.
Il paese sui cui dominî il sole non doveva mai tramontare, divenne, anche prima di perdere ad una ad una le sue numerose colonie, il più povero dei paesi d'Europa.
Abituati a vedere nelle alte cariche dello Stato e della Chiesa le principali fonti della ricchezza, gli spagnuoli trascurarono le industrie e il commercio, da cui massimamente traggono prosperità le nazioni moderne; dominati dallo spirito della Inquisizione e dei vescovi, trascurarono la scienza, la quale, studiando e scoprendo mano mano le leggi di natura, addita ai popoli le vie pel miglioramento delle loro sorti.
Più che altrove i re in Ispagna si considerarono, per diritto divino, padroni assoluti dello Stato e delle ricchezze del paese, ed essendo il governo - dopo che la Chiesa ebbe perduto gran parte dei suoi privilegi - unico dispensatore di onori e di lucri, l'impossessarsene divenne la principale meta degli ambiziosi e degli avventurieri.
Così le insurrezioni e le sommosse, che nel secolo scorso furono in alcuni paesi d'Europa quasi fenomeni sporadici, in Ispagna, come inerenti all'organismo politico-sociale, si potrebbero chiamare endemiche.
La guerra più lunga e più micidiale fu suscitata da Don Carlos subito dopo la morte, avvenuta nel 1833, del fratello Ferdinando VII, il quale non avendo figli maschi, aveva voluto, richiamando in vigore la Prammatica sanzione, che la corona passasse all'infante Isabella.
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