Una guerra per una causa somigliante a quella di Spagna insanguinava a quel tempo il Portogallo.
Anche là un pretendente, per libidine di regno, aveva impugnato le armi contro il governo costituzionale: Don Miguel, appoggiato al partito assolutista, contro il fratello Don Pedro, reggente in nome della infante Maria, sua figlia.
Alleatisi i due pretendenti, Don Carlos recossi (1834) in Portogallo per trarne un esercito da condurre contro il governo costituzionale di Spagna, ma inseguito anche sul territorio portoghese dalle truppe cristine e battuto, se ne fuggì in Inghilterra.
Intanto Francia e Inghilterra, richieste del loro intervento, stipularono con Spagna e Portogallo un'alleanza, che proclamava l'unione delle quattro monarchie costituzionali, il cui obbligo, per parte della Francia e della Inghilterra, era d'impedire l'entrata in Spagna d'armi e d'armati a servizio della insurrezione carlista, mentre il governo inglese ajutava con prestiti di denaro i due Stati iberici, che dalla Francia potevano avere armi e munizioni.
Ma poco tempo dopo Don Carlos riappare in Spagna, facendo principale base delle sue operazioni la Navarra e le provincie basche.
Giova notare che queste provincie godevano da secoli della più ampia autonomia. Il re vi aveva una sovranità solamente personale. Si governavano democraticamente con istituti propri (fueros), non dando al governo di Madrid nè imposte, nè soldati, nè dogane.
Pei baschi e pei montanari della Navarra - che godevano di privilegi analoghi - la vittoria del partito assolutista voleva dire il mantenimento dei fueros; la vittoria dei liberali, la concentrazione, la perdita dell'autonomia.
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