I ministri, visti i decreti relativi, abbandonarono Madrid; ma il gen. Quesada, ministro della guerra, arrestato nella sua fuga, venne massacrato e il suo corpo trascinato per le vie di Madrid.
Rivolte militari avvenivano, press'a poco nel medesimo tempo, a Biffino, a Irun, a Portogaletta, a Vittoria. I soldati uccidono i loro ufficiali; gli ufficiali uccidono i loro generali. A Miranda il gen. Escolera è assassinato il 15 agosto 1836; a Pamplona il 26 agosto è massacrato il gen. Saarsfield.
Dati simili costumi, il passaggio dei capi da un campo all'altro era frequente.
Il Conte di Spagna fu uno di questi. Dopo essere stato, a servizio della reggente, fra i più crudeli nella repressione dell'insurrezione carlista, non fu meno feroce, passato fra i carlisti, nella guerra ai costituzionali. Ogni villaggio da lui preso veniva dato alle fiamme, e i suoi abitanti massacrati.
Sospettato di voler passare di nuovo nel campo del governo madrileno, fu dai suoi ufficiali e soldati arrestato, brutalmente percosso e dopo tre giorni massacrato e gettato nel fiume Segre.
La guerra avrebbe potuto continuare ancora per molti anni, quando, portato dai liberali al comando dell'esercito costituzionale il generale Espartero, questi, divenuto popolarissimo come soldato, senza aver vinta nessuna vera battaglia, avviò trattative col gen. Maroto, il quale, ottenuta una convenzione che riconosceva i gradi dei generali e ufficiali sotto il suo comando che passavano nell'esercito regolare, sciolse o fece deporre le armi a tutte le schiere che a lui obbedivano.
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