Dopo essersi servita della Russia per battere il protetto della Francia, l'Inghilterra chiese e ottenne il concorso della Francia - quello dell'Austria non le poteva mancare - per ottenere dalla Porta, contro la Russia, la chiusura dei Dardanelli a tutte le navi da guerra.
Il pensiero di imprimere nuova vita nel decadente impero turco non era morto col sultano Mahmoud, poichè divenne il pensiero dominante della politica di Reschid pascià, il quale, ajutato dall'esperienza acquistata nell'ambasciata di Londra e da una serenità d'animo, che mancava a Mahmoud, tentò, durante il suo governo (1839-1850) d'introdurre molte buone riforme che avevano per iscopo: il rispetto di tutte le religioni; la vita, la prosperità e l'onore delle persone guarentiti; ben distinte le funzioni civili e militari; aboliti gli appalti nella percezione delle imposte; meglio regolata l'amministrazione della giustizia; ogni principale ramo di amministrazione facente capo ad un ministro. Sono in buona parte quelle medesime riforme, per la cui conquista lottano da anni i giovani turchi.
Ma combattuto dall'influenza russa, che a Reschid contrapponeva Riza pascià, non sorretto abbastanza dalla Francia - appoggiato dalla sola Inghilterra, il piano riformatore di Reschid pascià rimase in gran parte allo stato di progetto, non avendo il sultano Abdul-Medgid, posto in mezzo alle due opposte influenze, trovato in sè medesimo il coraggio di farsene sostenitore.
Se anche oggi, dopo mezzo secolo, l'impero turco rimane, come corpo imputridito, incapace di rinnovarsi come di morire, le popolazioni che ne sopportano i danni, ne sono debitrici alla gelosia delle grandi potenze, ciascuna delle quali non vuole che una salutare trasformazione avvenga in quel malato, per timore che abbia a trarne profitto una potenza rivale.
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