Non si vuol qui negare che l'idea di guadagnare all'incivilimento quanta più parte fosse possibile dell'Africa semi barbara non dovesse sedurre un governo ricco di risorse come il francese, il quale poteva sperare che i sacrifici fatti nel presente dovessero essere compensati da grandi vantaggi futuri.
Col dar sfogo nelle guerre d'Africa al sentimento bellicoso dei francesi, Luigi Filippo poteva anche credere di meglio così distoglierli dal pensiero di una guerra di rivincita sul Reno.
Luigi Filippo aveva compreso, più di molti degli oppositori dinastici, che la civiltà volge ogni giorno più alla pace; che le glorie più durature, le conquiste più feconde, per un paese non meno che per una dinastia, sono ormai quelle delle arti, delle industrie e delle scienze; perciò nessun titolo lo aveva maggiormente lusingato, di quello, datogli un giorno da uno dei suoi partigiani, di Napoleone della pace.
Ora, volendo cooperare alla realizzazione della pace nel presente e nel futuro, il primo passo non era forse quello di cominciare a non far più guerra fra nazioni civili? Posto ciò come caposaldo alla politica dei grandi Stati, la conquista graduale dei paesi barbari e semibarbari diveniva un affare da risolvere di comune accordo fra gli Stati a vantaggio di tutti.
Quanti benefici per la civiltà, quanta gloria per la Francia, così ricca di ingegni e di energie morali, se essa si fosse messa per la prima su questa via!
Nella mente di Luigi Filippo le campagne di Africa dovevano servire di diversione agli istinti belligeri di quella parte del popolo francese, allora assai più numerosa che oggi, la quale, esaltata dai ricordi delle epiche battaglie della rivoluzione e dell'impero, avrebbe voluto rinnovarle.
| |
Africa Africa Luigi Filippo Reno Filippo Napoleone Stati Stati Francia Luigi Filippo Africa
|