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      Ma per vincere gli istinti di violenza e di brutale orgoglio del vecchio uomo, bisogna che la Pace, in chi se ne fa banditore, sia sentimento e passione, stimolo ad azione energica e continuata.
      Pei molti benefici che spanderebbe intorno, a cominciare dal paese che primo se ne facesse iniziatore, varrebbe bene che un gran popolo e un governo, degno di rappresentarlo vi si consacrassero.
      Ma Luigi Filippo non aveva l'animo abbastanza grande per comprendere la pace in questo senso elevato. A questa pace foriera di libertą e benefica a tutti i popoli, egli aveva preferito di buon'ora la pace imposta dalla Santa Alleanza, che teneva schiave la Polonia e l'Italia, e gran parte di Europa sotto il dominio dei despoti.
      Di questa pace anche i pił contrari alle guerre finirono per sentirsi disgustati o mortificati, mentre del rinverdito culto napoleonico si giovņ e crebbe di forza in diverse parti della Francia, senza che il governo se ne accorgesse, il partito bonapartista. Il principe Luigi Napoleone, il quale pei falliti tentativi di Strasburgo e di Boulogne, aveva perduto ogni credito, dopo il ricevimento trionfale fatto in Parigi alle ceneri di Napoleone, aveva ragione di dire ai francesi: «A voi la gloria delle grandi cose compiute da Napoleone č ancora cara, perchč sentite che č gloria della Francia. Il governo d'oggi non vi dą nč la libertą, nč la gloria; io, nipote di Napoleone, e rappresentante delle sue idee, vi darņ e la gloria e la libertą. Fate dunque largo, per voi e per la Francia, al mio ritorno!


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Le guerre le insurrezioni e la pace nel secolo decimo nono
Volume primo
di Ernesto Teodoro Moneta
Tipografia Popolare Milano
1903 pagine 338

   





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