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Queste parole furono allora accolte con riso dal partito governativo e dalla democrazia, ma pochi anni dopo cinque milioni di elettori le sanzionavano col loro voto.
Le Società per la Pace all'operaCiò che doveva far credere non lontana la fine delle guerre fra le nazioni civili, più che la politica piena di antinomie di un re in contrasto collo spirito di molta parte del suo paese, fu l'attività spiegata a quel tempo dalle Società per la Pace, inglesi e americane, che portavano nella vita pubblica uno spirito nuovo di religiosità civile e di patriottismo umanitario.
Già abbiam veduto come esse sorgessero quasi tutte all'indomani delle guerre napoleoniche, quali spontanee manifestazioni del sentimento cristiano, col proposito, nei loro promotori, di lavorare a mettere in pieno accordo la politica collo spirito evangelico della carità e dell'amore.
Operosissime nei primi anni, non abbiamo però documenti che accennino ad una grande attività nel decennio che corse dal 1821 al 1830; forse perchè fu quello il periodo della sollevazione della Grecia contro la Turchia. Cominciata la lotta, davanti alla diplomazia delle grandi potenze che rimaneva inerte o parteggiava - come avvenne fino a Navarino - per la Turchia, era chiaro che questa non avrebbe ceduto che alla forza. Gli ascritti alle Società cristiane della pace non potevano perciò far altro che voti e preghiere per la più sollecita cessazione di una guerra, nella quale i greci combattenti sotto il vessillo della Croce si mostravano non meno feroci dei turchi combattenti in nome di Maometto.
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