Scopo del sansimonismo era di arrivare alla pace universale mercè «lo sviluppo morale, intellettuale, affettivo e fisico di tutti gli esseri umani, rigenerati dalla scienza, dall'arte, dalla giustizia e dall'amore».
Fourier, la cui scuola rivaleggiò per numero e valore di discepoli con la sainsimoniana, e che ha anche oggidì molti rappresentanti fra i cooperatori socialistoidi di Francia, pubblicò molte opere, la cui idea dominante era l'organizzazione scientifica della solidarietà umana.
Egli preconizzava una politica novatrice che avrebbe realizzato, fra gli altri beni, «una pace costante».
Pietro Leroux, Cabet, Luigi Blanc, ecc., ponevano tutti a base del futuro ordinamento politico la federazione dei Popoli.
Disgraziatamente, senza preoccuparsi del cammino da percorrere, nè delle necessarie tappe intermedie, tutti quegli apostoli del socialismo rimandavano la realizzazione della sognata federazione universale fin dopo la preconizzata caduta della vecchia società borghese, e la nascita della nuova. Nè devesi tacere che la moltiplicità delle scuole socialiste di quel tempo fu causa della loro debolezza. Scrisse in proposito un loro storico, da tutti stimato, Benoit Malon:
«Nel 1845 vi erano in Francia centinaia di migliaia di socialisti, suddivisi in sette od otto scuole nemiche (sansimonisti, fourieristi, comunisti, cabetisti, comunisti rivoluzionari, lerouxiani, buchezisti, partito di Luigi Blanc, ecc.,
«La lotta fra essi, alla quale non erano estranee rivalità personali, sospesa per pochi giorni alla vigilia e durante l'insurrezione parigina del febbraio 1848, si fece all'indomani di questa, più viva di prima, con grave danno dei fini comuni e della nuova Repubblica».
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