In Lombardia e nel Veneto, dove il governo austriaco era abituato a comprimere con mano di ferro qualsiasi politica manifestazione, il sentimento nazionale aveva trovato modo di dar prova della sua forza, con dimostrazioni così curiose, così inattese e così imponenti, da mettere l'oculata polizia nell'impossibilità di sventarle.
La foggia del vestire, la forma del cappello, il fumar tabacco, il luogo fissato alle pubbliche passeggiate, il teatro e le chiese, tutto serviva d'occasione a far conoscere lo spirito di patriottismo che tutti animava, a mostrare l'unione, il coraggio, la fermezza di proposito ch'erano in tutte le classi. Anche le manifestazioni che potevano sembrare puerili, servivano a dimostrare che il governo austriaco non aveva più forza per soffocare un sentimento patriottico così baldo, che perfino le donne, i giovanetti, i vecchi erano disposti ad affrontare, per amor dell'Italia, qualunque rischio.
Coloro che nel mondo non vedono altro che lotte per interessi di persone o di classe, non sanno la forza immensa di un'idea morale, che in un momento importante della storia riunisce in un medesimo sentimento uomini di tutte le condizioni sociali, divisi fino al giorno innanzi da molti interessi, e ignoti fino allora gli uni agli altri; non sanno come la vita si eleva ai nostri medesimi occhi, cresce di bellezza e di forza, quando ciascuno vede e sente ripercuotersi negli altri le medesime vibrazioni dell'anima sua. Allora anche l'uomo più oscuro sente di valere qualche cosa nel mondo, e, nella sua devozione all'idea che tutti trasporta, la coscienza gli dice di non essere dammeno dell'uomo più illustre.
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