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      Le tristi conseguenze di quel motto superbo, le vedremo poi.
      Il 1848
      Il 1848 domina sulla scena del secolo decimonono come il protagonista di un dramma popolare, che vorrebbe, lottando contro tutte le forze organizzate, attuare in poche ore ciò che non potrebbe essere che l'opera di parecchie generazioni.
      Fu l'anno più rivoluzionario del secolo; anno di impeti generosi e di grandi follie, di miracoli di valor popolare e di ignobili sconfitte.
      Tutt'insieme l'epopea e la farsa, qua il popolo ammirevole per cavalleresca generosità, altrove terribile per implacabile ferocia.
      Cominciò con inni di guerra e con battaglie per la libertà e per la nazionalità, e finì con voti alla pace e alla fratellanza dei popoli.
      Chiuse il periodo della lotta delle barricate, e aprì quello delle vittorie del suffragio popolare.
      Delle aspirazioni, delle idee e dei voti condensati in mezzo secolo di dottrina e di propaganda delle società segrete fu l'epilogo e l'esplosione, che i governi, benchè giornalmente minacciati, non seppero nè prevenire, nè prevedere.
      Non inferiore agli anni più memorandi della prima rivoluzione francese per la vastità del teatro su cui operò, il 1848 vide, tra il gennaio e l'aprile, Palermo e Parigi, Vienna e Milano, Praga e Berlino, sorgere, come obbedendo a una medesima voce, e combattere qua per la cacciata di una dominazione straniera; là contro un'oligarchia di parassiti; in un paese contro un sistema feudale o contro il despotismo d'una monarchia, altrove per la rivendicazione dei diritti popolari; dovunque con immensa fede che la politica, cessando di essere monopolio di caste privilegiate, dovesse divenire stromento di progresso e di giustizia per tutti, specialmente a difesa delle classi più deboli.


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Le guerre le insurrezioni e la pace nel secolo decimo nono
Volume primo
di Ernesto Teodoro Moneta
Tipografia Popolare Milano
1903 pagine 338

   





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