Guizot al deputato che gli si era presentato, per assicurarlo delle «intenzioni pacifiche» degli ordinatori del banchetto, aveva risposto:
«La manifestazione non si farà; si erige un governo di fronte al nostro; ciò non può essere».
Il governo, sicuro dell'esercito, confidava nella forza.
Allora i deputati di opposizione, preoccupati della responsabilità di un conflitto, temendone le conseguenze, pubblicano un manifesto in cui dichiarano di «astenersi» dalla manifestazione e «impegnano tutti i buoni cittadini a seguirne l'esempio».
Letta questa dichiarazione nel momento stesso in cui i deputati, che l'avevano firmata, presentavano alla Camera una mozione per la messa del ministero in stato di accusa, il re disse: «Sapevo bene che mostrando della fermezza li avrei fatti ritirare!».
E al ministro Duchâtel aveva già detto: «Credetemi, i parigini non fanno mai rivoluzione d'inverno».
La sera del 21 la Réforme, che pel suo carattere quasi rivoluzionario era stata esclusa dalla Commissione del banchetto, dopo un biasimo alla opposizione dinastica per la sua astensione, scongiurava gli «uomini del popolo» ad astenersi da un temerario trasporto. «Non date (diceva) al potere l'occasione cercata d'un conflitto sanguinoso».
Nessuno dunque di quelli che pel loro ufficio avevano una responsabilità davanti al popolo voleva saperne di sollevazione.
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Ma lo spirito rivoluzionario era sempre vivo nelle società dei Droits de l'homme, delle Saisons, delle Familles ed altre, quasi tutte massoniche, che tenevano segrete le loro adunanze, e avevano innumerevoli affigliati nella popolazione dei sobborghi.
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Camera Duchâtel Réforme Commissione Droits Saisons Familles
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