Era una grande illusione.
Un'insurrezione contro un governo impopolare si può prevenire o vincere senza difficoltà nei primi momenti, togliendo prima di tutto, quando è possibile, la causa dell'impopolarità, che allora era nel ministero Guizot, e col mettere in moto gli amici, che sieno persone non invise al popolo, perchè portino dovunque parole di conciliazione e di pace. Nello stesso tempo, se vi sono ancora segni di resistenza nel popolo, impedire che i gruppi degli insorti si riuniscano facendo percorrere in lungo e in largo da forti drappelli di cavalleria le vie dove potrebbero riunirsi, e far occupare da altre numerose forze i punti strategici della città.
Agendo risolutamente in questo senso, con due terzi delle forze di cui il governo di Luigi Filippo poteva disporre in Parigi, la rivoluzione del 24 febbrajo poteva essere scongiurata.
Dando tempo invece alla insurrezione di organizzarsi e di estendersi, non la si sarebbe potuto vincere che a prezzo di molte stragi, e un governo uscito dalla rivoluzione che vi ricorre è un governo perduto.
Al mattino del 23 i parigini trovarono occupate militarmente le piazze intorno alle Tuileries, i Campi Elisi, dove erano riunite forti riserve, e le comunicazioni principali dal centro alla periferia, ma nessun avviso che annunciasse il ritiro del ministero.
I nemici della monarchia ne furono lietissimi; il popolo si sentì spinto, più del giorno innanzi, alla lotta, non ostante tutto l'apparato di forze spiegato dal governo.
La lotta cominciò il mattino nei quartieri popolari dell'est, che furono presto coperti di barricate.
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