Se il re aveva molta fede in Bugeaud, questi l'aveva anche più grande in sè stesso.
Al re, che gli aveva domandato se poteva rispondere del successo, aveva risposto promettendolo, ma aggiungendo: «Vi saranno ventimila uccisi».
Al duca di Nemours, figlio del re, dopo una ispezione alle truppe, disse: «Io rispondo del risultato, purchè mi si lasci fare. Bisognerà che si versi molto sangue, perchè io comincio col cannone; ma state tranquillo, domani sera l'autorità del re e della legge sarà ristabilita».
Appena informato che del nuovo ministero sarebbe stato capo il Thiers, Bugeaud gli scrisse: «È gran tempo che io aveva preveduto che io e voi saremmo stati chiamati a salvare la monarchia. Il mio partito è preso; io brucio i miei vascelli.... Quando noi avremo vinto la rivolta, e noi la vinceremo, io entrerò volentieri nel vostro ministero....».
Coi sentimenti che l'animavano, il maresciallo Bugeaud pensò subito ad un'energica offensiva. Posto il suo quartier generale sulla piazza del Carrousel, vicino alle Tuileries, formò quattro colonne d'attacco.
La prima, forte di 3,500 uomini, comandata dal generale Sebastiani, con uno squadrone di corazzieri e due cannoni, doveva percorrere le vie che conducono all'Hôtel de Ville, sede della Prefettura, e stabilirsi fortemente su quella piazza.
La seconda colonna, non meno forte, sotto gli ordini del generale Bedeau, che aveva acquistato nome di buon soldato nelle campagne d'Africa, doveva, seguendo la via dei Boulevards, portarsi alla Bastiglia.
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