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      Da qui l'impossibilità di unità d'indirizzo nella politica del governo provvisorio e le sue molte contraddizioni.
      Ma non ostante la sua politica a sbalzi, ora troppo timida, ora troppo audace; non ostante gli errori e le colpe di tutti, la Repubblica francese del 1848 segnò sul suo cammino orme gloriose, che non poterono più essere distrutte: cancellò la pena di morte in materia politica, abolì la schiavitù nelle sue colonie, dichiarò inviolabile la libertà di stampa, considerò principale dovere del governo la cura degli interessi delle classi lavoratrici e, ciò che sarà sua gloria immortale, stabilì il suffragio universale, divenuto la chiave di vôlta della società francese, «l'arco di trionfo (come scrisse un giorno L. Blanc) da cui passeranno tutte le idee liberatrici».
      Col suffragio universale gli elettori francesi da 200,000 divennero 9,000,000.
      IL MANIFESTO DI LAMARTINE ALL'EUROPA.
      Nelle gazzette e nei libri inspirati a gallofobia s'è ripetuto per molti anni in Italia, fino a farla passare per verità storica, l'asserzione che la repubblica francese del 1848 seguì verso l'Italia, allora in lotta per la sua indipendenza, una condotta non meno egoistica di quella dei governi anteriori. Nulla di più falso; tutti i documenti di quel tempo attestano il contrario.
      Quando, un anno dopo, avvenne la spedizione francese contro la repubblica romana, la reazione era già padrona dell'assemblea, e di repubblica il governo di Francia non aveva più che il nome. Ne era presidente Luigi Napoleone.


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Le guerre le insurrezioni e la pace nel secolo decimo nono
Volume primo
di Ernesto Teodoro Moneta
Tipografia Popolare Milano
1903 pagine 338

   





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